Il Garante per la protezione dei dati personali ha recentemente inflitto sanzioni a diverse agenzie immobiliari per aver svolto attività di telemarketing senza il necessario consenso degli interessati. Le multe, irrogate nel 2025, evidenziano come l’uso improprio di elenchi telefonici e l’assenza di rispetto delle preferenze alla ricezione di chiamate commerciali possano trasformarsi in rischi economici e reputazionali per le aziende del settore.
Violazioni riscontrate dal Garante
Le ispezioni hanno rilevato che alcune agenzie immobiliari hanno contattato numeri iscritti nella lista Robinson (l’elenco di coloro che hanno allertato gli operatori a non ricevere chiamate promozionali) o hanno utilizzato elenchi di utenti acquisiti senza raccolta di un’effettiva manifestazione di consenso. In particolare, le violazioni consistono in:
- chiamate promozionali a freddo, senza preventiva informativa sulla privacy e senza acquisizione del consenso;
- uso di elenchi telefonici acquistati o affittati da terze parti, senza verifica delle modalità con cui i dati erano stati raccolti;
- mancata inclusione delle modalità di opt-out (ossia la possibilità di opporsi a ulteriori chiamate) nei messaggi preregistrati.
Queste condotte risultano non conformi al Codice in materia di protezione dei dati personali e al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), che sancisce l’obbligo di ottenere un consenso libero, specifico, informato e revocabile prima di inviare qualsiasi comunicazione commerciale tramite telefono.
Importi delle sanzioni e conseguenze per le agenzie
Le sanzioni irrogate vanno da alcune decine di migliaia a diverse centinaia di migliaia di euro, in base alla gravità delle violazioni e al fatturato delle società coinvolte. Oltre all’aspetto economico, le agenzie sanzionate hanno dovuto affrontare indagini interne, verifiche dei processi di compliance e l’obbligo di adeguamento immediato delle proprie procedure di marketing.
Sul fronte reputazionale, la notizia dell’intervento del Garante è stata ampiamente rilanciata dai media di settore, generando sfiducia tra alcuni potenziali clienti e richiamando l’attenzione sul tema della tutela della privacy nel comparto immobiliare. Per le agenzie che operano correttamente, questo episodio costituisce un’occasione per ribadire l’importanza di mettersi in regola e di comunicare in modo trasparente con i propri prospect e clienti.
Best practice per il telemarketing nel settore immobiliare
Per evitare sanzioni analoghe e preservare il rapporto di fiducia con il mercato, le agenzie immobiliari dovrebbero adottare alcune misure imprescindibili:
- costruire liste di contatti esclusivamente con consenso esplicito, ad esempio attraverso form online in cui l’utente dichiara di voler ricevere comunicazioni;
- utilizzare soluzioni tecnologiche in grado di interrogare in tempo reale il registro Robinson e bloccare automaticamente i numeri che vi sono iscritti;
- inserire sempre negli script di chiamata l’informativa sintetica sulla privacy e assicurare la possibilità di revocare il consenso in ogni fase dell’interazione;
- mantenere documentazione aggiornata sui consensi raccolti (data, modalità e finalità), così da poter dimostrare l’adesione volontaria in caso di controlli.
Implementare queste pratiche aiuta non solo a rispettare la normativa, ma anche a ottimizzare le campagne di lead generation: un contatto profilato e realmente interessato presenta tassi di conversione più elevati rispetto a un chiamato a freddo senza alcuna manifestazione di interesse.
Il ruolo delle tecnologie a supporto della compliance
Negli ultimi anni sono nate soluzioni software dedicate alla gestione del consenso e alla profilazione degli utenti, conformi al GDPR. Piattaforme di Customer Relationship Management (CRM) integrabili con moduli di opt-in/opt-out e con il database del registro Robinson consentono di:
- tracciare in modo automatico ogni manifestazione di volontà dei potenziali clienti;
- segmentare il database sulla base delle preferenze dichiarate (es. tipologia di immobile, fascia di prezzo, area geografica);
- evitare errori umani durante le attività di chiamata, prevenendo contatti indesiderati;
- produrre report dettagliati sulle attività di marketing, utili per eventuali verifiche ispettive.
Investire in queste tecnologie rappresenta un costo iniziale, ma si traduce in un ritorno in termini di sicurezza normativa, efficienza operativa e qualità dei lead raccolti.
Conclusioni
Il recente provvedimento del Garante mette in guardia tutte le agenzie immobiliari: il telemarketing non regolamentato è un comportamento a rischio sia dal punto di vista economico sia da quello della reputazione aziendale. Per operare con serenità e ottenere risultati concreti, è indispensabile adottare procedure trasparenti di raccolta del consenso, avvalersi di tool tecnologici dedicati e formare adeguatamente il personale addetto alle attività di contatto. Solo così si potrà comunicare in modo efficace, restare conformi alla normativa e costruire relazioni durature con i propri clienti.