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Home»articoli»Classe energetica 2030: cosa cambierà con la nuova direttiva europea
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Classe energetica 2030: cosa cambierà con la nuova direttiva europea

alleareBy alleare14/10/2025Nessun commento3 Mins Read
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La transizione energetica nel settore immobiliare entra nel vivo. Con l’approvazione della nuova direttiva europea sulle “Case Green”, l’obiettivo è chiaro: ridurre i consumi energetici degli edifici e portare tutto il patrimonio immobiliare europeo verso standard di efficienza più alti entro il 2030. Ma cosa prevede la legge e quali saranno gli effetti sul mercato immobiliare italiano?

Cosa prevede la direttiva europea

La normativa europea sull’efficienza energetica degli edifici stabilisce che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, per poi arrivare alla classe D entro il 2033. Per gli edifici pubblici e non residenziali le scadenze saranno anticipate.

Gli Stati membri avranno il compito di definire piani nazionali di ristrutturazione, con incentivi economici e strumenti di sostegno per accompagnare proprietari e investitori nel percorso di riqualificazione.

Cosa cambia per i proprietari

L’impatto più diretto riguarda chi possiede immobili datati, spesso collocati nelle classi F e G, che in Italia rappresentano una fetta importante del patrimonio edilizio. Senza interventi di efficientamento – come il miglioramento dell’isolamento, la sostituzione degli impianti o l’installazione di fonti rinnovabili – questi immobili rischiano di perdere valore di mercato o diventare difficilmente vendibili e locabili nei prossimi anni.

La direttiva non impone sanzioni dirette ai singoli proprietari, ma è probabile che, una volta recepita a livello nazionale, influenzi il mercato e le politiche fiscali legate alla compravendita e al credito immobiliare.

Incentivi e strumenti di supporto

L’Unione Europea prevede che gli Stati membri introducano piani di sostegno economico, attraverso fondi dedicati, bonus fiscali o agevolazioni sul credito. L’obiettivo è rendere sostenibili gli interventi di riqualificazione, evitando che la transizione gravi eccessivamente sui cittadini.

In Italia, sarà centrale la capacità di integrare la direttiva con misure già esistenti come l’Ecobonus o il Bonus Casa, garantendo continuità e semplicità nell’accesso agli incentivi.

I rischi di un mancato adeguamento

Non adeguarsi alle nuove regole può avere conseguenze concrete. Oltre alla perdita di valore degli immobili meno efficienti, si rischia una progressiva esclusione dal mercato del credito: le banche e gli intermediari finanziari stanno infatti introducendo criteri ESG (ambientali, sociali e di governance) nelle loro valutazioni, premiando gli immobili con performance energetiche elevate.

In prospettiva, gli edifici non efficienti potranno subire una svalutazione stimata tra il 10% e il 30% a seconda della zona e della tipologia.

Una sfida che diventa opportunità

La transizione verso edifici più sostenibili rappresenta una sfida economica e gestionale, ma anche un’enorme opportunità per rilanciare il mercato edilizio e immobiliare italiano.

Riqualificare significa ridurre consumi, aumentare il comfort abitativo e valorizzare il proprio patrimonio nel lungo periodo. Prepararsi per tempo, con una pianificazione mirata e il supporto di professionisti del settore, sarà la chiave per trasformare l’obbligo normativo in un investimento sul futuro.

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