Il mercato delle locazioni residenziali in Italia vive una fase di stallo. Nei primi sei mesi del 2025 i canoni rimangono sostanzialmente invariati rispetto a fine 2024, mentre la domanda è in leggero aumento ma non riesce ancora a decollare. Si muove qualcosa, soprattutto nelle formule più flessibili, ma i segnali non sono ancora tali da parlare di espansione forte.
Prezzi sotto la lente
Il costo medio di locazione registra una variazione marginalmente negativa rispetto a dicembre 2024, scendendo da 170 a 169 euro al metro quadro all’anno. Si tratta di un calo lieve, che segna una situazione di mercato stabile e non dinamica.
Modelli contrattuali in evoluzione
I volumi delle locazioni residenziali crescono dell’1% rispetto al primo semestre 2024. Tuttavia la crescita non interessa i contratti tradizionali a lungo termine, che calano del 2,6%. Le formule con maggiore dinamismo sono quelle transitorie (+3,6%), i contratti a canone concordato (+2,8%), quelli agevolati per studenti (+9,4%) e le porzioni di immobile (+11%), segno che il mercato si adatta alle esigenze abitative più flessibili.
Differenze territoriali marcate
Tra le grandi città, Torino emerge come la più dinamica: canoni in aumento del 4,2% sul semestre e quasi +9% su base annua. Milano fa registrare una crescita modesta, Roma rimane sostanzialmente stabile. Nel Sud, in citta come Napoli e Palermo, i canoni sono in calo, con contrazioni più accentuate rispetto al resto del paese.
Capoluoghi, città medie e contrasti
Nel panorama dei capoluoghi di regione spicca Bari con un +13,9% nel semestre e oltre +16% su base annua. Anche Aosta, Perugia e Firenze segnalano incrementi importanti. Al contrario il Sud e alcune città medie soffrono: città come Campobasso, Potenza e Salerno registrano performance negative oppure stabili, senza segnali di ripresa forte.
Un mercato che sembra in transizione
Il settore locativo residenziale appare sospeso tra passato e futuro. Da un lato c’è ancora domanda, soprattutto per soluzioni temporanee e flessibili; dall’altro i canoni non crescono, frenati da differenze territoriali, da un’offerta che non sempre risponde alle nuove esigenze abitative e da una domanda che non si è ancora risvegliata completamente.